domenica 21 settembre 2008

I modelli (parte IV)

le viste

Per agire su un modello già costruito, modificandolo, e, a maggior ragione, per costruirlo, è indispensabile osservarlo da più punti di vista. Se abbiamo un plastico tra le mani, è il nostro cervello, tra­mite l'occhio, che si occupa di fornire le immagini del modello, mentre lo osserviamo. Se invece dobbiamo disegnare il modello, oppure costruirlo servendoci di un computer, allora le immagini del modello si ottengono con una operazione geometrica detta proiezione.

L'operazione di proiezione consiste nell'investire idealmente l'og­getto con una stella di raggi proiettanti e nel sezionare questa stel­la con un piano (il foglio da disegno o lo schermo del computer). È facile comprendere il senso di questa operazione pensando al fe­nomeno delle ombre: i raggi di luce, in questo caso, investono un oggetto e ne proiettano la forma sulla prima superficie che incon­trano. Nell'operazione di proiezione la sorgente dei raggi si dice centro di proiezione, il piano che riceve l'immagine dell'oggetto, si dice piano di proiezione o piano di quadro, il risultato dell'ope­razione si dice proiezione, immagine o anche vista dell'oggetto (view).

Variando la posizione del centro di proiezione e del quadro, ri­spetto all'oggetto, si ottengono infinite variazioni della vista, che possono simulare la percezione visiva dello spazio (come nel caso della prospettiva), oppure possono descrivere con chiarezza e fe­deltà alcune caratteristiche speciali dell'oggetto, come la sua im­pronta sul suolo (pianta).

Per studiare le viste che è possibile ottenere, variando il centro di proiezione e la posizione del quadro rispetto all'oggetto, conviene riferire lo spazio a un sistema cartesiano di assi mutuamente orto­gonali, x, y e z. Questi assi sono orientati in modo che, se y è di­retto in avanti, come lo sguardo dell'osservatore, x è diretto da si­nistra a destra e z è diretto verso l'alto. Questa convenzione è det­ta "della mano sinistra" perché è facile ricordarla puntando in avanti l'indice della mano sinistra (y), piegando il medio verso de­stra (x) e alzando il pollice in alto (z).

I raggi proiettanti possono essere convergenti in un punto (come l'occhio di un osservatore), oppure paralleli (come nella luce sola­re). Nel primo caso si ottiene una prospettiva centrale o conica (detta anche, semplicemente, prospettiva), nel secondo una pro­spettiva parallela o cilindrica (detta, anche, proiezione parallela). Quando sono paralleli, i raggi possono essere tutti perpendicolari al piano di quadro o tutti obliqui. Nel primo caso la proiezione parallela si dice ortogonale, nel secondo obliqua. Il piano di proie­zione può essere orizzontale, nel qual caso incontra l'asse z ed è parallelo a x e y; oppure verticale, nel qual caso è parallelo a z e incontra x o y o entrambi; infine può essere obliquo, nel qual caso incontra x, y e z.

Combinando queste diverse situazioni si ottengono nove possibili viste principali, che si distinguono con il nome che viene attribuito al corrispondente disegno.

Nella modellazione grafica si possono costruire tutte le viste che abbiamo elencato. Nella modellazione informatica la vista viene generata automaticamente e, perciò, le possibilità di ottene­re quella desiderata dipendono dal programma adottato. In gene­rale, tutti i software producono le proiezioni parallele e, perciò, le prime tre viste, cioè la pianta, l'alzato e l'assonometria ortogonale, che sono sufficienti per controllare il modello. Molti programmi offrono anche la possibilità di generare le ultime tre viste, quelle prospettiche. Pochi, invece, consentono di generare le proiezioni parallele oblique. Bisogna anche dire, però, che queste viste parti­colari sono più utili nel disegno, per la loro facilità di esecuzione, di quanto non siano nella modellazione informatica, per la loro ef­ficacia.

Alcuni software, infine, consentono di generare i modelli grafici, in modo automatico o semiautomatico. Ciò significa che il proget­tista, dopo aver costruito il modello lavorando nello spazio virtua­le, può chiedere e ottenere la generazione di modelli grafici, ad esempio una pianta e un prospetto, associati, e può ancora inter­venire su questi disegni, aggiungendo misure, commenti, intesta­zioni e quant'altro desidera, per produrre infine una o più copie su carta del disegno di progetto, adatte all'uso tecnico.


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