venerdì 19 settembre 2008

I modelli

La costruzione di un edificio non è cosa che si possa improvvisare: troppo complessa è la sua struttura statica, funzionale, estetica, troppo articolati i rapporti che l'edificio intrattiene con il paesag­gio circostante. Per progettare, architetti e designer si servono dun­que di modelli, che consentono loro di simulare la costruzione e prevederne il comportamento e gli effetti sull'intorno. Nei tempi più antichi questi modelli sono stati realizzati con l'argilla, con il legno o, più semplicemente, con il disegno, ma negli ultimi anni del secolo scorso è apparso un nuovo e potente strumento di mo­dellazione: il computer.

Il computer permette di costruire con grande facilità modelli tridi­mensionali e di osservarli da ogni possibile punto di vista, come se si trovassero realmente tra le nostre mani. " computer, infatti, ade­guatamente programmato, è in grado di generare in tempo reale quante immagini si vogliono del modello e di simularne così la presenza. Lo schermo del computer è, dunque, una finestra aperta sullo spazio virtuale del modello, che ci permette di osservarlo e di interagire con esso, muovendolo e modificandolo.

Tuttavia, la costruzione di questi modelli, che chiamiamo "infor­matici", non è affatto automatica, essa ha origine nel pensiero del progettista ed è controllata dalla sua abilità di plasmare le forme tridimensionali dell'architettura e di comporle insieme. Nelle pubblicazioni che seguono, esamineremo i modelli nei loro aspetti più generali.

Per prima cosa, descriveremo in breve le fasi della costruzione di un modello; poi le sue caratteristiche essenziali, che sono le sue immagini (o viste), il "materiale" usato per costruirlo (enti geome­trici o primitive grafiche), infine il luogo sul quale prevalentemente si opera durante il lavoro di costruzione (il piano di lavoro o di co­struzione).

Da ultimo, prenderemo in esame le operazioni che consentono di realizzare un modello, dividendole in tre gruppi: quelle utili alla generazione delle viste del modello; quelle utili alla modifica del­l'oggetto rappresentato e, infine, quelle che ne consentono la rico­struzione nello spazio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e