lunedì 22 settembre 2008

Villa Adriana "articolo Archeo" (parte III)

La galleria dietro la cavea arriva fino all’altro lato?

Si, ed è una struttura molto inte­ressante. Quando sarà tutta vuota­ta,si vedrà fino all'altro estremo. La volta anulare è veramente molto bella, costruita nella maniera tradizionale, in opus caementicium, e si apre verso l’esterno con un finestrone o forse l’ingresso alla parte posteriore, verso la latrina. Qui, infatti, dietro la galleria, vi è un luogo chiuso, una piccola antica­mera che portava a una vera latri­na. Questa ha il punto di scarico e sotto c'è la fogna, sulla parete di fondo c'è il tubo di adduzione per l'acqua che cadeva dall'alto, dove è la cisterna. Doveva trattarsi di un piccolo spazio riservato agli ospiti e all'imperatore. Lo spazio trian­golare da cui vi si accede prende luce e aria verso l'esterno, ma è chiuso e riparato, e doveva avere decorazioni murali. Naturalmente tutto questo va immaginato con i marmi e i colori che lo adornava­no, doveva essere di un lusso straordinario. Abbiamo trovato due frammenti di decorazione, un pez­zetto di testa di sileno-centauro molto ben lavorata.

Nel corso dell'ultima campagna, abbiamo ritrovato la conferma dell’esistenza di una terrazza alta e di una terrazza bassa, che potevano far parte dell' ingresso alla zona supe­riore della villa. É una soluzione molto ellenistica, con due terrazze sovrapposte. È emersa anche parte di un pavimento in opus sectile; il di­segno è a diversi colori, giallo e ros­so, e il frammento è conservato be­nissimo. I marmi sono un portasan­ta, un pavonazzetto e un rosso antico, che formano il disegno. Doveva trattarsi di una gran terrazza con distinto padiglione, un cortile con peristilio sempre all’aperto, e una scalinata che serviva da connessione tra la parte alta e la parte bassa. In un altro saggio dietro il teatro è stato portato alla luce un tratto molto importante del collegamento tra dislivelli, con una scala ed un muro di contenimento. Il teatro aveva due anelli dietro la cavea che si vedono nella prima pianta di Piranesi che sono dietro l’ima e media cavea. Dietro si trova il muro di coronamento a differente livello, e ce una scala che unisce le due parti, è ancora interrata ma se ne vede ancora un tratto della volta, che va in giù fino al passaggio inferiore. Questa parte posteriore del teatro, uscita dagli ultimi scavi, è molto ben conservata, vi è anche uno stretto corridoio di servizio e di passaggio. La pianta del teatro si va delineando: abbiamo la cavea, la fronte scena, la parodos, la scalinata con i pezzi di travertino, e poi la scala che portava dall’uno all’altro; dietro il passaggio con la latrina vi era un ingresso laterale al teatro e il percorso anulare che passa al di sotto ed arriva dall’altra parte: vi sono molti nuovi elementi per ridisegnare la pianta. Era un teatro grande, la cavea è interessantissima perché è ellittica, fatta con due cerchi grandi, due più piccoli e due altri più piccoli raccordati tra loro, con una forma assolutamente unica.

Si può pensare che questo teatro sia stato usato anche dopo la morte di Adriano?

Non credo, la stessa grandiosità della villa ha fatto si che venisse abbandonata abbastanza presto; certamente la sua attività necessitava di molta manutenzione e di una quantità di personale, che poneva problemi di funzionamento e di approvvigionamento.

Di quanti allievi è formata la missione? Sono tutti allievi dell’Università di Siviglia?

Dall’Università sono venuti in venti, che formano la nostra èquipe. La campagna dura un mese, gli studenti hanno lavorato molto bene, con un lavoro molto impegnativo. Speriamo quindi che il lavoro possa riprendere la prossima estate con le vacanze.

Tratto da Archeo 251 Gennaio 2006

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